Auto ad idrogeno: l’alternativa ecologica si sta muovendo

mirai-auto-idrogenoH2IT, l’Associazione Italiana Idrogeno e Celle a Combustibile, sta preparando un piano strategico per la circolazione di auto dotate di tecnologia ad idrogeno e celle a combustibile che entro un anno dovrà essere presentata ai Ministeri che dovranno tradurla poi in disegno di legge.

Questa Iniziativa Italiana per la Mobilità a Idrogeno (InIMI) è sostenuta da molte aziende, enti di ricerca e sopratutto dall’Europa, che ha inserito proprio l’idrogeno e le celle a combustibile nel suo programma di tecnologie che in futuro ci permetteranno di abbassare le emissioni di CO2 e ridurre la dipendenza dai paesi extra comunitari. La UE dipende infatti per il 50% dai combustibili fossili importati (addirittura il 76% in Italia), con l’idrogeno il risparmio sarebbe notevole ed aumenterebbe la potenza economica degli Stati Membri.

Senza contare l’impatto ambientale: è stato stimato che ogni auto costa mediamente alla società 500 euro all’anno di spese mediche e danni ecologici, costo che verrebbe azzerato dalla produzione di idrogeno. Per questo motivo l’Europa ha stanziato circa 2 miliardi di euro per piani e strumenti dedicati proprio a questo combustibile alternativo. Ci crede anche la Toyota che ha lanciato la Mirai, auto fuel cell che verrà prodotta in circa 1000 unità nel corso del 2015. Sono 600 i km di autonomia per queste vetture che si ricaricano in tempi brevissimi e che scaricano nell’atmosfera semplice vapore acqueo.

Purtroppo i principali ostacoli da superare restano le infrastrutture praticamente inesistenti, e il costo, per ora ancora elevato, della produzione: il costo dell’idrogeno è per ora sui 10 euro/kg e dovrebbe essere dimezzato per essere conveniente. Inoltre c’è anche una percentuale di persone che ritengono questa tecnologia poco sicura. Eppure, in caso di fuga, ad esempio, siccome è un gas 14 volte più leggero dell’aria, tende a bruciare andando verso l’alto. La benzina, invece, è quattro volte più pesante dell’aria e va verso il basso con rischi maggiori.

Lascia un commento